L'esame ecografico ginecologico (studio dell‘apparato genitale), si esegue per via transvaginale, perché tale metodica possiede un'accuratezza diagnostica maggiore rispetto alla via transaddominale, che rappresenta tuttavia l'esame da utilizzare in pazienti virgo o per integrare la visione di neoformazioni di notevoli dimensioni, che possono occupare tutta la pelvi ed estendersi verso l'alto in sede sottodiaframmatica.
L'ecografia ginecologica valuta in maniera seriata le pareti vaginali, la cervice uterina osservando l'eventuale presenza di vasi anomali o neoformazioni benigne o maligne, prosegue valutando l'endometrio che appare lineare prima dell'ovulazione (fase proliferativa), o più ispessito (fase secretiva) o costantemente lineare nelle pazienti che assumono estroprogestinici.
L'analisi delle neoformazioni endometriali si esegue in prima fase del ciclo mestruale (3° - 10° giornata): polipi endometriali con i relativi vasi sanguigni (feeding-vessels), fibromi intracavitari o iperplasie dell'endometrio sono studiati e diagnosticati con maggiore accuratezza in questa fase del ciclo.
Si procede con l'analisi delle pareti dell'utero ed il fondo uterino per valutarne la superficie omogenea ed escludere con il supporto del color doppler la presenza di neoformazioni (fibromi) intramurali o sottosierose (scansioni sagittali, coronali, etrasverse).
Le sonde volumetriche d'ultima generazione consentono una ricostruzione in 3D della cavità uterina, delle pareti uterine, della cervice uterina rendendo più sofisticata e precisa la diagnosi.
L'esame ecografico valuta adesso le ovaie di destra e sinistra per escludere neoformazioni benigne come le cisti semplici, applicare la diagnosi differenziale fra cisti dermoidi ed endometriomi, analizza cisti molto più complesse che possono evolvere in patologie maligne ed osservare eventuali patologie ovariche di piccole dimensioni.
Inoltre l'ecografia individua dilatazioni delle tube (salpingiti) affette da malattie infiammatorie acute o croniche.
Le società internazionali, hanno stabilito delle linee guida molto rigide per lo studio e la diagnosi di neoformazioni ovariche (protocollo iota), allo scopo di evitare interpretazioni soggettive e fantasiose da parte di singoli operatori ed aumentare la sensibilità diagnostica dell'esame.
L'accreditamento degli operatori ai protocolli iota e ieta (endometrio), è necessario per la diagnosi precoce di neoformazioni borderline o maligne dell'utero e delle ovaie.